GATTO SUSY

Susy Gatto, ha solo diciannove anni quando inizia la sua attività artistico-artigianale, “un inizio per puro caso”, come lei stessa lo definisce, con l’iscrizione ad un Corso di formazione sulle tecniche di costruzione e riproduzione di pastori del presepe napoletano del ‘700, poi l’interesse , la passione per quel mondo, per quell’arte, che cresce sempre piu’ nel  tempo. Considerata” il fiore all’ occhiello ”del corso di formazione da lei frequentato, tant’è che le sue opere furono scelte per omaggiare personaggi noti come Pazzaglia, Sydne Rome , Liliana De Curtis e Bassolino(a quei tempi sindaco di Napoli ). I primi riconoscimenti pubblici per Susy arrivano già dopo pochi anni dal suo esordio nel mondo dell’arte presepiale, come il “Premio Emma Sorace” assegnatole nel 1995 nella sezione artistica. Dopo qualche anno entra a far parte della sede napoletana dell’Associazione Italiana Amici del Presepe, è il 1999 e da quel momento in poi esposizioni e partecipazioni a mostre si moltiplicano in un crescendo che porterà le sue creazioni anche oltre i confini regionali e nazionali arrivando ad esporre ad Arles (Francia) 2001|’02, Budapest 2002\’03, Lione(Francia) e Traustein 2005\’06,Irlanda. Susy Gatto realizza riproduzioni di pastori del presepe napoletano del ‘700 e lo fa nel pieno rispetto delle tecniche e dei materiali tradizionali, senza innovazioni che rischierebbero di alterare quel delicato equilibrio instauratosi oltre 300 anni fa, fra gesto artigiano e materia da plasmare, modellare a cui dare forma e, nel caso dei pastori non è un azzardo affermarlo, anche “vita”. Idee di espressioni, atteggiamenti, posture, s’incidono così nei volti, nelle mani e nei corpi dei suoi pastori, ed in chi li osserva il passaggio mentale dalla verosimiglianza al realismo è immediato. Uomini e donne di un passato remoto congelati in un attimo eterno e carico di meraviglia, è questa la sensazione che si prova guardando alcune delle opere. Diverse sono state per lei le occasioni di poter trasferire conoscenze tecniche e passione per il presepe ad adulti e bambini, sia attraverso docenze svolte in ambito scolastico che in progettualità formative calate all’interno di un più ampio progetto di rieducazione e reinserimento di persone in stato di detenzione. La tradizione, la cultura e l’arte sono infatti strumenti straordinariamente efficaci anche in ambito educativo e di recupero sociale.